Parrocchie di Villanova Mondovì (CN)
Chi siamo
Nel comune di Villanova Mondovì convivono cinque parrocchie (San Lorenzo, Santa Caterina, Maria Vergine Assunta, Sant′Anna, San Grato) che raccontano la storia culturale e religiosa di questo territorio insieme al Santuario di Santa Lucia (con la sua grotta), meta turistica e di pellegrinaggi incastonata tra i monti.
Le Parrocchie
San Lorenzo
Via Lorenzo Eula, 3 - 12089 Villanova Mondovì (CN)
La chiesa Parrocchiale di San Lorenzo venne costruita tra il 1820 e il 1833, su disegno dell'arch. Silva, in stile neoclassico. La facciata su disegno dell'arch. Michelangelo Ponzo, risale invece al 1889.  Dal 1844 la chiesa di San Lorenzo divenne succursale della Parrocchia di Santa Caterina, nel 1898 fu solennemente consacrata e dal 1910 è Parrocchia autonoma. 
Gli affreschi della volta e del coro sono opera di Giuseppe Toselli da Peveragno, mentre la marmoreggiatura e la screziatura delle colonne venne eseguita da Andrea Zavattaro. Di pregio sono il coro, riccamente scolpito in stile settecentesco, le quattro grandi statue in scagliola, opera giovanile di Pietro Canonica, il gruppo ligneo di Maria SS. Addolorata, di valore inestimabile, scolpito da Antonio Roasio (1876). Degno di nota è l'organo opera di Francesco Vegezzi-Bossi di Centallo, del 1925 che ha recentemente affrontato un importante restauro, concluso nel 2012, che oltre al restauro delle parti originali, ha portato alla ricostruzione delle parti mancanti e al suo ampliamento. L'organo è oggi composto di due tastiere di 58 tasti ciascuna e funziona a trasmissione meccanica, è dotato di 1.580 canne, di 28 registri e di una pedaliera di 30 note. Nel 1988 sono stati commissionati quattro affreschi al pittore Nino Pirlato raffiguranti: Cristo Risorto e la cena di Emmaus nelle cappelle del Battistero e del SS. Sacramento; la resurrezione di Lazzaro e la Maddalena nelle cappelle delle confessioni. I primi importanti restauri interni risalgono al 1973, nel 1993 ne seguono altri relativi agli affreschi e alla cupola mentre nel 1995 è la volta della facciata esterna e del sagrato che, oltre all'ampliamento della piazza, ha riportato la fontana, anticamente già presente e punto di distribuzione dell'acqua potabile per gli abitanti del centro.
Nel nuovo millennio altri lavori hanno interessato inoltre la sacrestia, la ripulitura delle pareti interne e il restauro dei banchi in legno, manufatti antichi di valore storico e artistico.
Santa Caterina
Piazza Santa Caterina, 3 - 12089 Villanova Mondovì (CN)
L'antica Parrocchiale di Santa Caterina, è l'edificio più antico che si affaccia sulla piazza della località Villavecchia, un tempo chiamata Piazza Maggiore (come la più importante piazza della vicina Città di Mondovì), simile a quella per forma, anche se più piccola, e come quella contornata da edifici importanti: il Castello, la casa del Comune, l’ospedale, l’oratorio dei Disciplinati e le case di famiglie nobili. Fu riplasmata nei secoli per rispondere a una comunità che fu presto tra le più vaste del Monregalese. Lunghi lavori di restauro hanno percorso a ritroso la sua storia attraverso le stratificazioni del tempo, trovando non poche sorprese, fino all'ultima che ha ridefinito la leggenda della sua fondazione. Oggi nella stessa chiesa è possibile vedere anche un'altra Santa Caterina, quella delle origini. Secondo la tradizione, la chiesa di Santa Caterina sorse su un antico ′convento di monache caterinette′: in realtà nacque da una chiesetta esistente sul colle e anteriore all'anno 1000. L'esame al carbonio 14 eseguito recentemente, nel contesto dei lavori di restauro su alcuni resti ossei rinvenuti nella zona absidale, farebbero risalire i reperti addirittura al IX secolo. Si tratta dell'ultima scoperta di un restauro lungo, complesso e pieno di sorprese. Intervento dopo intervento, infatti, si sono rintracciate sei fasi di costruzione, oltre ai resti dell'abside della cappella originaria. La ex-Parrocchiale di S. Caterina fu costruita nel 1300 e crebbe con la comunità: la pianta irregolare è la mappa della sua storia. Caratterizzata da una facciata in cotto a due ordini sovrapposti e una pianta a croce greca, per guadagnare capienza nel tempo inglobò varie strutture adiacenti. La torre campanaria, di forma quadrata, è in mattoni e pietre e fungeva da torre di vedetta quando esisteva la cosiddetta “bastita”: fu edificata nel '400, inserita nella navata laterale. Nel 1633 alle tre navate della struttura trecentesca ne fu aggiunta una quarta; all'ingresso fu posto l'attuale portico; gli interni furono cancellati da un nuovo intonaco.
Il restauro ha riportato alla luce ampie campiture degli affreschi quattrocenteschi, permettendo di ricostruire la storia anche sotto questo profilo, districandosi tra epoche e mani. D'inizio '400 sono i cicli di affreschi gotici di Rufino d'Alessandria (già operante a Breolungi e a Ceva): nel presbiterio il Martirio di Santa Caterina; nelle campate terminali delle navate laterali originarie: Santi, evangelisti e profeti, il battesimo di Cristo, la Lapidazione di Santo Stefano. Nel 1469 il Maestro delle Storie di San Sebastiano affrescò la prima campata della navata sinistra con cicli di una minuzia narrativa da fumetto ante-litteram. Nel 1490 il Maestro della Madonna dei Boschi di Boves, con influenze provenzali nell'uso della luce, contribuì con Santi e una Madonna della Misericordia.
Attualmente la Parrocchiale è collocata nell’ex Confraternita di Santa Croce (1755), la seconda chiesa che affolla l'angolo della piazza e il piccolo belvedere. Ottimo esempio di barocco piemontese, è opera del celebre architetto Bernardo Vittone, che nonostante il piccolo ′budget′ non rinunciò a complessità, invenzione ed effetto. Le sue collaborazioni alle opere di Francesco Gallo offrono la chiave per un percorso barocco attraverso il ricco patrimonio artistico di Mondovì. Costruita accanto all'ex-parrocchiale con le macerie della Bastita l'ex-Confraternita di Santa Croce è un piccolo gioiello barocco, con la facciata in cotto, le linee curve, il tamburo ottagonale sovrastante e l'uso scenografico della luce negli interni. La pianta è a croce greca e si sviluppa su un quadrato centrale. Si accede all’interno tramite un vestibolo curvilineo con gli altari laterali in nicchie leggermente concave; simmetricamente al vestibolo si apre il presbiterio semicircolare, dietro al quale è l’abside su pianta rettangolare. Vi è anche un coro molto ampio che fa immaginare che al tempo della costruzione il numero dei fedeli fosse molto alto e perciò la chiesa doveva contenere tutti quanti. La volta quadrangolare è sorretta da quattro archi con otto lunettoni; dall’inversione della volta si ottiene il raccordo con il tamburo ottagonale tramite quattro pennacchi. Vittone utilizza un impianto scenografico per fare risaltare la luce negli interni. Al suo interno si segnala una Pala della “Madonna del Rosario” di fine ‘500.
BERNARDO VITTONE (TORINO, 1705-1770) , allievo di Filippo Juvarra, è uno dei più originali e importanti architetti del barocco piemontese con Guarino Guarini e lo stesso Juvarra, rappresentando la sintesi dello stile tardo seicentesco del primo e la luminosa leggerezza del secondo. Da Torino alle tante zone del Piemonte sabaudo (Nizza compresa) il suo studio dominò il panorama architettonico piemontese fino alla sua morte, con opere originali o interventi. Scrisse trattati teorici, progettò edifici civili (ospizi, collegi, ospedali, municipi, università), ma è noto soprattutto per le sue chiese a pianta centrale, di grande inventiva e particolare attenzione agli effetti di luce. Come appunto in Santa Croce (attuale parrocchiale di Villavecchia), dagli interni leggeri e luminosi. Lo stesso posizionamento di Santa Croce, un po' insolito, costretto tra Santa Caterina e (all'epoca) la collinetta della fortificazione, è riconducibile alla concezione barocca, secondo cui gli edifici si dovevano adattare agli spazi concessi dai centri di origine medioevale, sfruttandone l'irregolarità per ottenere ulteriore movimento.
Santuario Maria Vergine Assunta
Frazione Madonna del Pasco
Anticamente chiamata “Madonna dei Pascoli”, comprendeva un’area agricola di circa 4 kmq., divenne col tempo “Madonna del Pasco”. Ebbe origine da un antico grande Pilone (1400) con un bellissimo affresco della Madonna con Bambino che tiene un uccellino in mano nel gesto di ricevere una ciliegia dalla Madonna stessa. Il Pilone ebbe grande devozione popolare e col tempo fu sostituito dapprima con una piccola Cappella ed in seguito dal Santuario. Il Santuario, di stile classico, a croce greca, ebbe inizio nel maggio del 1676 e fu costruito dai capomastri Andrea Pozzo da Villanova e Bartolomeo Aprile da Lugano. Fu consacrato da mons. Pozzi il 14 Agosto 1895. L’interno del Santuario gode di una splendida decorazione, eseguita nel 1910 dalla Ditta Prinotti di Mondovì per l’indoratura a foglie d’oro e dai fratelli Toscano di Mondovì per le pitture e le decorazioni. Il 31 maggio 1845 il Santuario, per decreto di mons. Ghilardi, veniva eretto in chiesa parrocchiale. Di grande pregio sono poi i 15 Piloni che collegano il Santuario col capoluogo di Villanova Mondovì. Costruiti verso il 1900, raffigurano, in pregiati basso-rilievi, i 15 Misteri del Santo Rosario. Rinnovati a perfetta regola d’arte nel 1993 vennero trasferiti nella strada Provinciale. 
Sant′Anna
Frazione Roracco
Verso settentrione tra prati, seminativi e zone amene punteggiate di alberi si raggiunge il centro della frazione di Roracco, situata su un pianoro, da cui si gode un'ampia veduta: da est, si ammirano la città di Mondovì ed il curioso mosaico delle Langhe, verso nord e verso nord-ovest si erge la catena delle Alpi che offre uno spettacolo panoramico degno di essere ricordato. Al centro della frazione sorge la chiesa di Sant'Anna costruita tra il 1741 ed il 1745 su disegno dell'Arch. Giuseppe Vigliada di Villanova. La chiesa venne quasi totalmente costruita ed ampliata all'inizio del secolo XX. Al suo interno si possono ammirare tre quadri: la pala centrale che, dipinta dal pittore Giolfo Raffaele di Genova, rappresenta Sant'Anna che insegna le sacre scritture alla figlia Maria; le pale laterali, di ignoti, rappresentano quella destra San Giuseppe e quella a sinistra la Santa Vergine del Rosario. Nella capellina a destra entrando è sita la statua, scolpita in legno, di Sant'Anna. Il soffitto è a ′cassettoni′, tipo basiliche romane.
San Grato
Frazione San Grato
La storia di questa parrocchia, con non ricchi elementi, si trova nell'Archivio della Chiesa stessa, a seguito di preziosa ricerca fatta dal priore don Bernardino Quaranta. Prima del 1600 le due maggiori cascine della zona, dette Torre Grossa e Torre Gambera, volendo provvedere il servizio religioso festivo ai loro dipendenti ed agli abitanti del luogo, si fecero promotori per edificare una piccola Cappella. A compiere tale opera invitarono tutta la popolazione a concorrervi, almeno con prestazioni gratuite. Il nome dei due signori era: il Marchese Cordero ed il Conte di San Biagio. Detta Cappella sembra sia stata ultimata verso il 1650. La Chiesetta fu poi ampliata in epoche diverse e fu costruito un piccolo alloggio per il Rettore. Nel 1903 la Rettoria fu elevata a Parrocchia e così la frazione, dal nome del Santo Patrono, fu Chiamata San Grato. Nel 1865 s'incominciò a costruire il Cimitero Parrocchiale. Difatti, prima di allora i defunti venivano portati al Cimitero di Villavecchia, perché anche la frazione di San Grato, quando era Rettoria, faceva parte di quella madre. La tradizione riferisce che i morti venivano là trasportati su carri a traino di buoi o cavalli. La Chiesa Parrocchiale fu poi riedificata dietro iniziativa del priore Don Quaranta. II progetto fu dell'architetto Toselli di Peveragno, riedificata in stile barocco. Gode di tre Altari in marmo, e pregiati sono il Crocifisso e la tela di San Grato Vescovo, cui è dedicata la Chiesa Parrocchiale. La Parrocchia di San Grato conta una comunità di ben 60 famiglie con circa 200 fedeli. La festa patronale ha luogo ogni anno la prima domenica di settembre.
Il Santuario di Santa Lucia
Il Santuario di Santa Lucia è dato da un complesso realizzato a partire dal ‘500 e completato, a varie riprese, in epoche successive, fino all’’800. É costituito da due corpi principali.
Il primo, di impianto cinquecentesco, si sviluppa su cinque piani ed è costituito da una serie di locali adibiti a in passato a funzioni varie per i primi quattro piani, mentre al quinto trova collocazione la zona prettamente dedicata al culto. Lo stesso corpo si è sviluppato per gradi a partire circa dalla metà del ‘500 iniziando da un piccola cappella collocata in una grotta. Nel 1588 esso si presenta come il luogo di maggior devozione dell’area monregalese. Ad inizio ‘600 erano presenti un alloggio per l’eremita, la chiesa con portico e scala antistante. Nella seconda metà del 600 circa si costruisce l’ospizio di cinque piani con loggiato, per accogliere chi cercava ristoro di cibo e sonno.
Il secondo corpo dell’ospizio, a manica doppia, di matrice settecentesca, si sviluppa su tre piani e si distingue per la presenza di un loggiato sul quale si affacciano varie camere. Tali ambienti sono interamente voltati a vela. Questa manica in particolare viene detta Opera Pia Bernardi, prendendo il nome da Gian Andrea Bernardi che nel 1750 donò un ingente lascito testamentario alla costruzione di detta ala destinata agli esercizi spirituali. Il progetto diventa esecutivo solo nel 1820, ma l’ampliamento si può considerare del 700. Sul finire del ’700 si costruisce anche il campanile a base pressoché triangolare. Nel 1870 l’edificio viene descritto come costituito da un piano terra con dieci camere destinate a cantine e due a scuderie, con un bel porticato davanti, al piano primo e secondo altre dieci camere per piano destinate al soggiorno dei fedeli dediti alla pratica degli esercizi spirituali.
Per approfondimenti visita il sito: www.santuariosantalucia.com
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